La fortuna di Las Vegas sembra affondare in radici lontane, come se fosse stata da subito - ovvero dal momento della sua costituzione - baciata dalla Dea Bendata: non è a caso che qui fu costruita la prima diga (la Hoover e che finì per essere un grandissimo richiamo per turisti e/o curiosi) e neanche che si aprì in città , nell'oramai lontano 1946, il primo Casinò (il Flamingo Hotel).
Da lì in poi e più o meno fino alla metà degli anni '90, Las Vegas fu in continua espansione: un cospicuo numero di hotel, di atri locali destinati al gioco d'azzardo e di altri ancora invece più collegati ai servizi terziari (ristorazione in primis) identificarono la città come il ricettacolo di un'importante fortuna economica, all'interno della quale ingenti flussi di denaro circolavano all'interno dei confini di Las Vegas con imbarazzante facilità , al limite dell'opulenza.
Fu soprattutto per questo motivo che la Mafia o altrimenti detta Mob, si interessò alla città , occhieggiandola come terreno fertile in cui il riciclaggio di denaro e una fiorente attività criminale differenziata per settori potevano far da padroni e trovare, come nel più classico specchietto per le allodole, una faccia legale a fronte di interessi manco lontanamente collegati alla giustizia.
Sorsero e crebbero, in successione, numerose infrastrutture che si affiancarono e a volte sostituirono quelle storiche: nuovi Casinò, oltre al Red Rock e al California, fioccarono in un tripudio di luci e servizi accattivanti, in grado di richiamare l'attenzione dei numerosi turisti; particolari negozi e ristoranti diedero battaglia a quelli già conosciuti, minacciandone la storica fama, come quella dell'Elvis Records o dell'Omnia Disco.
Las Vegas divenne quindi un campo in cui le possibilità di affermarsi e di arricchirsi sembravano davvero infinite anche se si dipanavano in vie dove la legalità , garantita anche dagli istituti di credito, si mescolava all'intricata rete di contatti criminali, nel sottobosco di accordi e rapporti intessuti da chi, con scaltrezza e crudeltà , aveva cominciato a render sicuro e granitico il proprio potere.
La città quindi si inginocchiò al cospetto della criminalità organizzata, mettendosi al servizio di coloro che, attraverso la creazione di hotel, Casinò ed altri, numerosi, locali, avviarono un'importante attività di riciclaggio di denaro sporco proveniente da altri traffici illeciti.
Las Vegas visse conseguentemente in un limbo caratterizzato dalla crescita di potere della malavita in genere che si assestò, intorno al 2010, in cinque grandi Famiglie criminali e di diversa etnia: ognuna esercitava la sua influenza su una zona della città ovvero in un particolare quartiere dove, bene o male, si sostituiva o affiancava alla legalità , controllando ogni forma di commercio e di equilibrio degli isolati sottoposti al suo comando.
Divenne concezione comune che il Sunrise, ad esempio, fosse il teatro ottimale per far andare in scena la bassa lega della micro criminalità : quella meno organizzata, più feroce che furba, più crudele che lungimirante, che per lo più gira attorno al mercato della droga e delle armi.
Ma anche Downtown o Paradise non furono immuni ai rumors che serpeggiavano in sordina nei vari ambienti: la corruzione e il malaffare arrivò ad allungare le sue invisibili e potenti spire nel mondo dell'alta finanza, della politica e del settore chimico farmaceutico. Sciacalli in doppio petto si sostituirono ai Bikers che bighellonavano nelle zone popolari, alle bande di Messicani ed orientali che dettavano legge nelle zone in cui avevano preso il controllo, elevando il concetto di crimine su altri e alti lidi: più raffinati, meno immediatamente visibili ma, di certo, più letali.
Ancora oggi, sebbene nessuno osi a dirlo ad alta voce o a ricorrere ad altri mezzi per diffondere il proprio pensiero (visto il prolificare del cybercrime, sia indipendente che organizzato), alcuni ritengono che sia Summerlin il Nirvana della criminalità più di alto lignaggio: un quartiere in cui il beneficio della residenza è un traguardo per molti irraggiungibile.
Che sia quindi il Sunrise o il Paradise, che si viva a North Las Vegas o all'Henderson oppure a Downtown sperando di raggiungere Summerlin, non ha importanza: per ciascun quartiere vige una legge sommersa, con le sue regole e i suoi equilibri, che non intende farsi da parte, sopravvivendo al controllo della legalità .
La calma e la tranquillità fra le famiglie comunque, dovute agli assestamenti di potere e al consolidare delle reciproche posizioni, regnarono sovrane fino al 2016: sei anni in cui la droga scorreva a fiumi e la prostituzione, sebbene fosse legalmente vietata, veniva esercitata ugualmente in ogni locale e angolo della città ; anni in cui il traffico d'armi, la speculazione immobiliare e finanziaria sembravano non trovare limite alcuno, portando nelle tasche della malavita nuova linfa, nuovo sprone.
Tuttavia, nel 2017, l'apparente secondaria e poco importante notizia di un incendio in un locale accese una miccia che, da lì a poco, desertificò completamente il clima di precario equilibrio e di reciproca tolleranza che si era instaurato fra le fazioni criminali. Fu così che iniziò una sanguinosa guerra, senza regole e senza confini e che lasciò una tremenda scia di morte e distruzione in ogni angolo della città .
Non vi era settimana che il Las Vegas Sun non riportasse cronache di scontri a fuoco fra bande più o meno definite o il ritrovamento di cadaveri spesso e volentieri poco riconoscibili e, sebbene l'operato del Dipartimento di Polizia non venne mai meno al suo impegno, anche coi pochi uomini e mezzi a disposizione, la fiducia della cittadinanza verso l'istituzione cominciò a venir, progressivamente, meno.
In questo caotico e sanguinoso contesto, le agenzie investigative internazionali (FBI in primis) il cui occhio discreto e silenzioso si era già posato su Las Vegas, decisero di ricorrere ai loro contatti per creare una sorta di Task Force strategica che andasse in supporto all'operato della polizia locale, le cui caratteristiche particolari in quanto a background dei membri aderenti, delle dotazioni e delle tattiche da seguire, sono tutt'ora secretate.
Fu così che nacque la Murder Nova, un'organizzazione segreta che per alcuni non è altro che una forma criminale legalizzata mentre, per altri, una specie di Giustizieri della Notte con un alter ego capace di parlare lo stesso linguaggio dei mafiosi governanti la città .
Ma la criminalità organizzata è come un'azienda che valuta utili e perdite: dopo un solo anno e mezzo di conflitti a 360° gradi, in cui le Famiglie si impoverirono di membri e mezzi, dove il sangue e il disordine creato penalizzava gli affari che convenivano a tutte, ecco che la chiave di volta indusse le cinque organizzazioni criminali non solo a fissare gli elementi di una tregua ma anche a decidere, nel frattempo, di imbastire un accordo super partes - con le sue regole e i suoi equilibri - che l'avrebbe persino mantenuta.
Quel che si sa - e che non è detto che sia verità - è che nel 2018 gli esponenti guida delle Cinque Famiglie si riunirono in un luogo segreto, proprio nel Summerlin considerato territorio neutrale, all'interno di una villa disabitata: la Blue Velvet Mansion. Qui, tra discussioni, recriminazioni e vecchie faide, si accordarono su un unico argomento, che divenne poi il cardine della malavita futura: il tempo dei conflitti a fuoco, delle sanguinose vendette e delle crudeli intimidazioni era finito ed era oramai giunto il tempo di elevare la frontiera del crimine ad una nuova forma ovvero quella dei manager e dei finanzieri.
Si istituì la "Fifty LV Brothers Enterprise" ovvero una società che aveva come proprietari in quote uguali ciascuna delle Cinque Famiglie e come capitale, ogni locale e possedimento delle stesse stanziato a Las Vegas.
Blue Velvet Mansion divenne la sede legale di questa facoltosissima società (dando vita alla leggenda metropolinana sul Summerlin) che acquistò, in un secondo momento, la banca cittadina: la Chase Bank, per l'inciso.
Una volta sistemati i rami dell'azienda e spartiti i relativi possedimenti e territori, i leader delle Cinque Famiglie lasciarono Las Vegas per fare la bella vita , delegando la direzione della Società a un fiduciario - Henry Maddox - che avrebbe gestito, tutelato e amministrato l'interezza dei beni societari, garantendo ai soci lauti guadagni. Ovviamente, per cecare d'infiocchettare tutta questa complessa attività di controllo in un abito di foggia legale, a copertura del suo incarico lo nominarono Direttore della Chase Bank di Las Vegas.